Ripristino ambientale

Ripristino ambientale

La nostra società si caratterizza per attuare da tempo una gestione aziendale fortemente improntata alla riduzione dell’impatto ambientale della propria attività.
Le prescrizioni previste dal provvedimento autorizzativo volte alla riqualificazione delle aree scavate, è seguito scrupolosamente ed i risultati sono eccellenti.
Terminata la coltivazione mineraria, decine di migliaia di mq. di terreni  sono stati rinaturalizzati e trasformati in boschi, zone umide o riconvertite in aree coltive ove viene praticata agricoltura biologica.
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Una premessa è doverosa al fine di sfatare luoghi comuni e preconcetti riguardo all’attività estrattiva.      In regione Lombardia l’attività estrattiva è pianificata a livello regionale con i “PIANI CAVE” approvati in base al disposto della L.R. 14/98 e successiva modifica con la L.R. 20/21.

Su proposta delle Provincie, vengono individuati i fabbisogni di materiali inerti necessari nel decennio per soddisfare la domanda per la costruzione di abitazioni, capannoni, infrastrutture viabilistiche, aeroportuali e ferroviarie, opere pubbliche, manutenzione del patrimonio edilizio ed infrastrutturale esistente.               Ai vari ambiti estrattivi esistenti vengono assegnati dei quantitativi da scavare nel decennio secondo dettagliati progetti di coltivazione mineraria e conseguenti progetti di ripristino ambientali da attuarsi contestualmente con l’avanzare dell’attività di scavo      (si scava e successivamente si ripristina).

Pertanto i “cavatori”  svolgono la propria attività secondo i disposti regionali per soddisfare la domanda di materiali inerti, indispensabile per lo sviluppo di ogni attività antropica.

Se ben condotta in ossequio delle regole e secondo i progetti autorizzativi approvati dalla Provincia, l’attività estrattiva seppur di grande impatto, comporta una trasformazione solo temporanea delle aree interessate dal giacimento.

Mentre qualsiasi altra attività antropica costruita con materiali inerti determina cambiamenti definitivi del territorio, (case, condomini, strade, ponti ecc,) le aree scavate per estrarre i materiali necessari per tali attività, ritorneranno nel tempo alla loro destinazione originaria ancorchè migliorata.

Proprio in quest’ottica e fortemente animati da un credo ambientalista, cerchiamo di neutralizzare nel lungo termine gli impatti della nostra attività additittura migliorando, a ripristino eseguito, lo stato di fatto originario dei luoghi.

Le scelte adottate per gli interventi di recupero rispondono, pertanto, all’obiettivo generale della riqualificazione dei luoghi da un punto di vista ecologico e simbolico, perseguendo le seguenti strategie specifiche:

  • migliorare la struttura ecosistemica, a vantaggio della biodiversità locale, introducendo caratteri di qualità ecologica all’interno del Parco del Ticino e creando nuove unità ambientali di specifico interesse faunistico;
  • migliorare il paesaggio, garantendo una chiara lettura della nuova struttura ecopaesistica;
  • utilizzare specie autoctone appartenenti all’orizzonte fitoclimatico del luogo, compatibili dal punto di vista bio-ecologico alle condizioni ambientali dell’ambito di inserimento.
L’assetto complessivo finale che si è voluto proporre è quindi quello di un ecomosaico caratterizzato da elevata diversificazione ambientale, in grado sia di supportare le diverse funzioni ecosistemiche, paesaggistiche ed agricole (la prateria), sia di conferire nuovi significati al contesto territoriale esistente.

Zone umide

Nelle vasche di decantazione presenti nel sito estrattivo, progettate per chiarificare le acque di lavaggio del materiale inerte con processo assolutamente naturale, si sono venute a creare delle zone umide permanenti, colonizzate nel tempo da varie specie vegetazionali acquatiche, permettendo l’instaurarsi di habitat di varie specie faunistiche acquatiche ed anfibie, ricco di biodiversità.